Abiti fatti con pelle di pesce, dal passato la moda del futuro

 Abiti fatti di pelle di pesce: ripescare dal passato per una moda ecologica e “riciclosa”

La moda propone, a volte, ripropone, capi che possono e dovrebbero entrate nelle nostre case.

Le case di moda sono sempre attente e pronte a sperimentare.

Per portare sulla passerella innovazioni e nuovi modi di stupire e vestire.

Passando dalla terra al mare con un progetto ecologico che recupera e ricicla materiale di scarto.

Sì perché il “pellame” marino utilizzato nei nuovi abiti e accessori sfrutta lo scarto del mangiato.

Abiti fatti di pelle di pesce non sono in realtà una novità perché appartengono a diverse culture, popoli poveri.

I membri dell’etnia Hezhe, che vive nello Heilongjiang, nel nord-est della Cina, un tempo utilizzavano abiti di pelle di pesce.  Vivendo di pesca e di caccia.

Da un lato pescavano e consumavano pesci, e dall’altro con la loro pelle realizzavano abiti e calzature, il che li ha resi famosi nel mondo come la “Tribù della pelle di pesce“.

Anche in Islanda  questa tecnica è molto diffusa e viene sopratutto utilizzata per realizzare capi che isolino il corpo dalle basse temperature, piuttosto utili quindi per i freddi inverni islandesi.

L’interesse verso questa risorsa oggi è in crescita, e Prada, Dior, Nike, ma anche Puma e Ferravamo, vorrebbero far passare il messaggio come una tecnica innovativa.

Sarebbero utilizzati e creati abiti e accessori  in pelle di spigola, salmone o tilapia, un esotico pesce di fiumi e laghi tailandesi.

Queste pelli sottoposte ad un particolare tipo di concia, viene trasformata in un materiale morbido, simile al nabuk e quindi ideale per realizzare portachiavi, portafogli  e borse.

La pelle di tilapia sarebbe ottima per i costumi da bagno, grazie alla sua impermeabilità e alla sua comodità.

Che cosa dire siete pronti a portare questa moda ittica nei vostri armadi?

(Fonte il giornale dei marinai. it)

(Fonte la gazzetta del mezzogiorno. it)

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